Lombardia

Valtellina con i bambini: marmotte, pizzoccheri, trenini e terme!

La Valtellina è considerata a ragione il cuore delle Alpi e, grazie anche alla vicinanza con i grandi centri della Lombardia e all’eccellente sistema di trasporto pubblico locale, spesso è stata meta delle nostre vacanze.

La prima volta che da ragazzo arrivai a Bormio, fu la gentilissima addetta all’ufficio informazioni a spiegarmi che la Valtellina si estende per oltre cento chilometri, inizia sulle propaggini orientali del Lago di Como e finisce a Livigno. E’ interamente nella provincia di Sondrio e si divide in Bassa Valtellina che corrisponde alla zona di Morbegno e Sondrio, Media Valtellina, più o meno da Chiuro, Bianzone a Tirano e Sernio e poi L’Alta Valtellina cioè Bormio, Valdidentro, Valdisotto, Livigno…

Si, ma dove comincia la Valtellina?

Più volte ce lo siamo chiesti durante questi anni ricchi di vagabondaggi alpini. Per Luisa comincia al Passo dello Spluga, per i ragazzi a Tirano mentre per me la Valtellina inizia al Passo dello Stelvio.

Il ghiacciaio dello Stelvio, con i suoi 20 chilometri di piste e i suoi 9 impianti di risalita, vanta l’area sciabile estiva più vasta delle Alpi, ma io che soffro di vertigini, non ho mai messo piede sulla funivia che dai 2.760 del passo, sale in pochi minuti fino alla Punta degli Spiriti a quota 3.450.

No, io arrivai al passo in autobus con una piccola bicicletta pieghevole al seguito e una mattina d’estate mi concessi il lusso di scendere piano piano tutta la valle del Braulio fino a Bormio, abbandonandomi con dolcezza a questo idillio alpino.

Ricordo il silenzio dell’alpeggio, i prati fioriti, le mucche al pascolo e le case cantoniere che ancora narrano la storia dei viandanti che qui trovavano rifugio e dei rotteri che “avevano l’arduo compito di tracciare la strada dopo le abbondanti nevicate”.

E poi le decine di marmotte, per nulla intimorite da questo strano ciclista, la chiesetta della Madonna della Neve “Regina della Pace e Custode del Creato” e le lapidi a memoria della Grande Guerra, ma soprattutto, perdendo quota, ricordo i mille profumi dei boschi valtellinesi che mi inebriarono le narici provocandomi uno strano senso di piacere… è la magia della Strada Statale 38 dello Stelvio che puoi percorrerla mille volte, ti sembrerà sempre più bella.

Su questa strada, alle porte di Bormio (nella frazione di Premadio nel comune di Valdidentro), fui attratto dal cartello per i Bagni Vecchi.

Fornito di accappatoio e ciabatte, feci il mio ingresso nella struttura dei Bagni Vecchi che si divide in sei settori differenti, i percorsi termali. Si parte dalle due vasche storiche dei bagni romani, poi c’è la vasca panoramica esterna, mentre all’interno si possono sperimentare differenti tipi di vasche, idromassaggi, cascate d’acqua, saune e bagno turco. Cosa particolare dei Bagni Vecchi è la Grotta Antica, un bagno turco scavato nella roccia della montagna con due tunnel differenti, uno arriva proprio alla sorgente ed è un bagno turco naturale, e l’altro è un tunnel d’acqua. All’interno c’è anche un bar buffet.

 

Da sapere che i bambini sotto ai 14 anni non possono entrare ai Bagni Vecchi, ma per loro ci sono le Terme di Bormio che si trovano in paese e hanno alcune zone riservate ai più piccoli: tre vasche con getti e spruzzi d’acqua (due coperte calde con l’acqua a circa 32 gradi e una esterna accessibile solo in estate con l’acqua a circa 28 gradi).
Imperdibile  per grandi e piccini anche l’acqua-scivolo di 60 metri, qui però i bimbi sotto i 10 anni vanno accompagnati da un maggiorenne. In estate ci si può divertire anche fuori dall’acqua al Giocagiardino, un parco giochi immerso nel verde.

Un’altra volta arrivammo a Tirano, io col treno regionale da Milano, Luisa e i ragazzi dall’Aprica dove stavano passando qualche giorno di vacanza rimpinzandosi di specialità valtellinesi come sciatt, pizzoccheri, bresaola e bisciola.

Dicesi pizzoccheri una specie di tagliatelle fatte con la farina di grano saraceno (si coltiva anche in zona, a Teglio) e condite con molto burro e formaggio valtellinese (casera o bitto) e si mangiano con patate, verze o altre erbe… una bomba calorica che però io gradisco e digerisco anche in pena estate. Gli sciatt sono piccole frittelle croccanti, anche questi di grano saraceno con cuore di formaggio fuso.

Ebbene, Tirano è sia capolinea di Trenitalia che capolinea del Trenino Rosso del Bernina, famosa ferrovia alpina unica nel suo genere che collega la Valtellina a Sant Moritz nel cantone dei Grigioni.
Un’esperienza che vi consiglio assolutamente di fare con i vostri bambini, magari aspettate che siano abbastanza grandi per ricordarsela  visto che noi dobbiamo ripeterla perché non si ricordano quasi nulla, il piccoletto poi era troppo impegnato a fare capricci invece che guardare fuori dal finestrino. Non ha importanza, così abbiamo la scusa per ritornare…

Dopo il viaggio turistico sul treno più bello delle Alpi, l’Autopostale di linea ci riaccompagnò in Italia, a Chiavenna altro importantissimo centro della Valtellina. Ricordo il fascino del Passo della Maloja, la luce della Val Bregaglia intrappolata nei quadri di Giovanni Segnatini ma anche i crotti lungo la strada.

I crotti sono delle cavità, degli anfratti naturali, delle piccole grotte che si sono formate da frane staccatesi in un lontano passato. Al loro interno hanno poi la particolarità di avere una corrente d’aria fredda, il “Sorèl” che soffia senza interruzione tra le rocce mantenendo la temperatura interna costantemente, estate e d’inverno, sotto i dieci gradi. In pratica, i crotti, tipici della zona del lago di Como ed in particolare della Valchiavenna, sono stati adibiti alla stagionatura di salumi e formaggi. Va da se che in un antico passato alcuni di questi iniziarono a servire prodotti tipici locali diventando oggi, a tutti gli effetti delle taverne tipiche dove il viandante sa di trovare roba buona da mangiare.


Si può girare la Valtellina in libertà senz’auto?

Si, lo posso garantire. D’estate più volte ho raggiunto il Passo dello Spluga con i bus della STPS, attratto dalla pace di quei posti, dall’enoteca più alta d’Europa e dall’hotel della Posta, oltre che dal Magnuca, altro tipico formaggio d’alpeggio della Valtellina.

E a Livigno come ci arrivo?

Semplice, da Bormio con i bus delle Autolinee Perego che fanno servizio in zona assieme alle Autolinee Silvestri.

Occasionali compagni di viaggio faranno a gara nell’elencarvi le bellezze naturalistiche a portata di sguardo: le Torri di Fraele che segnano il confine tra la Valdidentro e la Val San Giacomo, poste tra il Monte delle Scale (2521 m s.l.m.) ad est e la Cima Plator ( 2910 m s.l.m.) ad ovest. Poi il Laghi di Cancano e la chiesa di Pedenosso. Tutt’intorno le montagne, come enormi cattedrali di granito.

Cosa fare in Valtellina con i bambini

In Valtellina le famiglie possono godersi la natura incontaminata dei paesi di montagna ma trovano anche tante attività per una vacanza che sia rilassante, ma al tempo stesso divertente, ecco alcuni consigli:

  • Andare in bicicletta sulle pendenze lievi della ciclabile della Valchiavenna e del Sentiero Valtellina con il nuovo servizio Rent a Bike;
  • Pescare in riva all’Adda, alla Mera o nei laghetti artificiali;
  • Camminare sui percorsi sospesi al Larix Park di Livigno, il primo parco di divertimento arboreo della Valtellina. Si va da 1 metro fino a 17 metri dal suolo attraverso tronchi, ponti tibetani, liane, anelli oscillanti, travi basculanti e barili sospesi;
  • Esplorare gli itinerari della Prima Guerra Mondiale;
  • Scoprire la vita degli agricoltori e la degli allevatori della Valtellina nelle fattorie didattiche;
  • Visitare il Parco delle incisioni rupestri;
  • Rilassarsi alle Terme di Bormio nelle aree per i bambini;
  • Incontrare cervi, caprioli, camosci, stambecchi, ermellini, marmotte nei percorsi segnalati del Parco nazionale dello Stelvio;
  • Se siete amanti della passeggiate a cavallo ci sono diversi maneggi sul Sentiero della Valtellina, a Livigno e in Valchiavenna.

 

 

 

 

Paolo Merlini

Merlini è uno che entra nelle autostazioni come un pellegrino nella cattedrale di Compostela attendendo la benedizione. Come e meglio di Benigni, potrebbe mandare a memoria tutte le sigle delle aziende di trasporto pubblico, dall’Autostradale alla Zani Viaggi, con gli occhi chiusi e con le mani legate, compresi i relativi indirizzi web

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