Gennaio è tempo di sci per quanto ci riguarda. Una delle cose che ho fortemente voluto è che i miei figli imparassero a sciare. Certo, non l’ha ordinato il dottore ma per i miei discutibilissimi canoni di importanza lo sci se la gioca a pari merito con il nuoto.
Non pretendo che diventino campioni, non mi importa lo stile, non mi importa nemmeno se un giorno decideranno di appendere gli sci al chiodo. L’importante è che abbiano imparato.
Non so dire da cosa dipenda questo mio forte desiderio. Forse dai bellissimi ricordi che associo al clac degli scarponi, un rumore che definirei quasi un suono perché preludio di giornate meravigliose. Fatte di cieli blu e vette bianchissime. Del segno degli occhiali, di quell’abbronzatura che rimane più a lungo rispetto a quella estiva e che ti guadagni senza dover superare la prova costume. Giornate fatte di sfide con se stessi, di dita dei piedi che si congelano, di guance paonazze. E della goduria che si prova entrando in un rifugio e gustando una cioccolata calda con panna e una fetta di strudel.
Giornate fatte di risate in compagnia, di amici che condividono la stessa passione e che si divertono insieme senza lamentarsi del freddo, delle gambe distrutte a fine giornata e della levataccia per essere pronti sulle piste alle 9 del mattino.
Lo sci è una vera e propria passione che solitamente deve essere coltivata fin da bambini per diventare davvero tale. Nella mia esperienza di mamma di tre bambini molto diversi tra loro, ecco alcuni consigli che mi sento di dare ai genitori che vogliono avvicinare i propri figli a questo sport.
Sciare con bambini: mettere in conto le difficoltà
Nelle foto che pubblicizzano i comprensori per famiglie, difficilmente vengono immortalati bambini che piangono o in preda a un capriccio isterico. Vedrete solo immagini di piccoli felici e pieni di entusiasmo, con le guance rosse e gli occhi che brillano di gioia. Ecco, dimenticatele.
L’approccio con lo sci per i miei figli è stato difficile con due su tre. Una netta maggioranza. Con il primogenito ho addirittura mollato il colpo all’istante, riprovandoci a un anno di distanza per evitare che non volesse più saperne.
Con lo sci raramente scocca la scintilla, non è quasi mai un amore a prima vista. Perché la vestizione è lunga e faticosa, gli scarponi sono scomodi, gli sci da portare pesano,“fa freddo, ho fame, sono stanco, mi scappa la pipì e non ho voglia di rivestirmi da capo”. Non si contano i bambini che ho visto piangere disperati alla loro prima esperienza. Ognuno conosce i propri figli ma credo che le forzature siano sempre da evitare. Per quanto siano tenerissimi i bambini di tre anni che scendono dalle piste più veloci della luce e aprono le gambe in spaccata senza rompersi, non credo sia opportuno iniziare prima dei 4-5 anni. A meno che non si viva in montagna, ovviamente. In quel caso si è naturalmente programmati per lo sci.
Piccoli trucchi per vivere le prime discese serenamente
Per quanto voi sogniate la settimana bianca per indossare gli scarponi al mattino alle 9 e toglierli al pomeriggio alle 16 o addirittura alla chiusura degli impianti, per i bambini piccoli la vacanza sulla neve è – lo dice la parola stessa – una vacanza. Sulla neve.
Lo sci per loro è un di più, molto spesso imposto. Con le migliori intenzioni, sia chiaro, ma comunque imposto. Alternare giornate di sci a giornate di gioco, se si trascorre un lungo periodo in montagna, è la scelta vincente. Oppure, se si hanno a disposizione pochi giorni, l’ideale è organizzare la giornata sciando al mattino, quando i bambini sono freschi, riposati e più collaborativi, e giocare sulla neve al pomeriggio. Scegliere comprensori con parchi gioco nella neve può essere utile. In alternativa basta avere qualche paletta e un bob a disposizione. Divertimento assicurato.
Quali comprensori scegliere per sciare con i bambini
Siete abituati a scegliere comprensori con 200 chilometri di piste, collegamenti pazzeschi a volte addirittura internazionali. Perfettamente comprensibile. Uno dei comprensori che frequentavo maggiormente prima di diventare mamma era quello di Ischgl-Samnaun, un piede in Tirolo, un altro in Svizzera. Inutile dire che con i bambini non ci sono mai andata. Perché è davvero superfluo avere a disposizione chilometri di piste (e uno skipass più costoso) quando si scia in famiglia. Per due motivi. Se i bambini sciano già con voi, farete cinque piste a dir tanto perché i piccoli si stancano facilmente. Se i bambini non sciano con voi ma con il maestro, dovrete comunque mantenervi nelle vicinanze per recuperarli. Difficile farlo se siete a quattro passi alpini di distanza.
Meglio scegliere comprensori a misura di famiglia, con poche piste ma adatte ai più piccoli.
Un altro elemento fondamentale di cui tenere conto nella scelta del comprensorio è l’esposizione al sole.
Meglio scegliere zone che rimangano soleggiate per gran parte della giornata perché il livello di sopportazione del freddo dei bambini è minimo. Non è un capriccio ma una questione fisiologica che ho appurato nei nostri viaggi in Lapponia per tre anni consecutivi. Il primo anno la piccola di casa aveva 3 anni e mezzo e ha patito molto il freddo. Lo scorso febbraio ne aveva due in più e l’esperienza è stata decisamente più piacevole. Non sottovalutate mai il freddo.
Il terzo elemento, soprattutto se pensate di iscrivere i bambini al corso di sci, è la lingua. Non è un dettaglio da sottovalutare. Se è vero che i piccoli hanno risorse che non ci immaginiamo, ho ben impressa nella mente una delle prime lezioni di sci di mia figlia con una maestra che parlava solo tedesco. L’esperienza è stata negativa sotto molti aspetti. Anche in questo caso ognuno conosce i propri figli, ma valutate questo elemento che spesso fa la differenza.
Qualunque sia il comprensorio che scegliate, non dimenticate l’assicurazione. Fondamentale quando si scia da soli o con i bambini.