Veneto

Santuario Madonna della Corona: come arrivare, navetta, leggenda, dove dormire

Lo scenografico Santuario Madonna della Corona si trova in Veneto vicino alla città di Verona e al lago di Garda.

Un luogo particolarmente suggestivo, meta di pellegrini provenienti da tutto il mondo che merita una visita sia per la bellezza del luogo che per vivere un momento di raccoglimento e meditazione.

E perchè non portarci anche i bambini? Saranno incuriositi dalla posizione di questa piccola chiesa costruita sotto alla montagna mentre i più grandi potranno apprezzarne l’atmosfera mistica.

Il Santuario Madonna della Corona

Costruito su uno strapiombo e in gran parte incastonato nella roccia, ospita numerose sculture in marmo bianco di Carrara opera di Ugo Zannoni e le fusioni in bronzo dell’architetto veronese Raffaele Bonente (sue anche le stazioni della Via Crucis lungo la strada che porta al Santuario).

Sotto alla chiesa si trova la Cappella delle Confessioni collegata internamente con la Scala Santa da fare in ginocchio o scalzi (non abbiamo fatto foto in questa sala per rispetto al luogo e alle persone presenti).
Alla fine della Scala Santa troviamo l’affresco del XIV secolo che raffigura una Madonna in trono con bambino.

Poco prima di arrivare alla scalinata che porta all’ingresso della chiesa ci sono un bar, i bagni e un negozio di souvenir.

Come arrivare al Santuario

Con la navetta

Avete vari modi per raggiungere il santuario, noi abbiamo optato per la soluzione meno faticosa cioè la navetta che parte dal paese di Spiazzi (linea 499), frazione di Caprino Veronese. Il servizio a pagamento è attivo dalla primavera all’autunno, i biglietti si comprano nel ristorante/bar sulla piazza.

Il biglietto costa 2 euro per solo andata e 3,50 per andata e ritorno. La navetta impiega circa 10 minuti per arrivare al Santuario e vi lascia a pochi metri, dovrete percorrere un breve tunnel scavato nella roccia e la scalinata di accesso della chiesa (una cinquantina di scalini in tutto). Per i disabili c’è un ascensore che permette di entrare da un altro ingresso.

Le navette ci sono ogni 15 minuti nei giorni feriali e ogni 30 minuti nei giorni festivi.

A piedi

  1. Dal paese di Spiazzi – frazione di Caprino Veronese (VR) posto a 864 m.s.l.m. quindi sopra al Santuario che è invece a 774 m.s.l.m. si percorre una strada asfaltata, ombreggiata e tutta in discesa. Ci vogliono 15/20 minuti e si incontrano le stazioni della Via Crucis in bronzo.
    Attenzione a tenere per mano i bambini perchè è la stessa via che percorre la navetta. A Spiazzi ci sono alcuni parcheggi per lasciare l’auto oltre che hotel e ristoranti (noi abbiamo dormito qui). È vietato scendere in bicicletta.
  2. In alternativa potete anche percorrere la scalinata storica che attraversa il bosco e parte sempre dalla piazzetta centrale di Spiazzi ma è più faticosa.
  3. Da Brentino Belluno (VR) potete prendere il Sentiero della Speranza (CAI n°73) che è lungo 2,5 km ed è tutto in salita con 600 metri di dislivello.
    Il sentiero è composto da gradini dell’altezza variabile scavati nella roccia e comprende le stazioni dei Misteri del Rosario. Arrivati al Ponte del Tiglio dovrete affrontare la scalinata della Matris Dolorosae con 7 edicole votive. Per questo sentiero sono necessarie le scarpe da trekking e non è consigliato con i bambini.
    Dal 15 agosto c’è un nuovo servizio bus che collega Spiazzi a Brentino con il quale potete tornare indietro ma informatevi bene se viene effettuato nel periodo dell’anno in cui andate voi.

La leggenda e le sue origini

La storia narra che nel 1522 la statua dedicata a Maria Addolorata proveniente dall’isola di Rodi (invasa dall’armata musulmana di Solimano II) sia stata trasportata sull’orlo del precipizio dagli angeli e il santuario sia stato quindi costruito nel punto esatto del ritrovamento.

Tra il 500 e il 600 vennero sistemate le vie d’accesso al Santuario:

  • la scalinata che dalla sorgente di Spiazzi raggiungeva Ponte del Tiglio grazie a 556 scalini in discesa e risaliva al Santuario con altri 234 gradini ricavati nella roccia.
  • il secondo sentiero che saliva da Brentino Belluno.

La chiesa venne ricostruita e ampliata più volte nel corso dei secoli per arrivare fino alla basilica attuale realizzata nel 1975 mantenendo solo la facciata e il campanile di quella ottocentesca.

Quando è aperto il Santuario

Da novembre a marzo dalle 8:00 alle 18:00. Da aprile a ottobre dalle 7:00 alle 19.30.

Per l’orario di: messe, lodi, vespri, possibilità di confessarsi… consultare il sito madonnadellacorona.it 

Dove mangiare vicino al Santuario

Al Santuario Madonna della Corona c’è un bar dove potete pranzare oppure ci sono alcuni locali sulla piazza di Spiazzi vicino alla partenza della navetta.
Per la cena noi abbiamo scelto il ristorante/pizzeria Flower a Spiazzi proprio sotto al nostro hotel. Ottima pizza e locale molto carino con tavolini all’aperto sulla terrazza panoramica.

Dove dormire vicino al Santuario Madonna della Corona

Noi abbiamo scoperto un hotel che ha aperto da poco dove ci siamo trovati molto bene: camere belle e ampie, ottima colazione, terrazza panoramica. Si trova proprio a Spiazzi, il piccolo paese da cui parte sia il sentiero a piedi che la navetta per il Santuario ed ha il parcheggio dove lasciare l’auto.

Per controllare prezzi e disponibilità cliccate qui: PARC HOTEL SAN PIETRO. 

Cosa fare nei dintorni

Questa zona è particolarmente ricca di cose da fare e offre tante attività divertenti alle famiglie, ecco di seguito un po’ di idee:

Parco delle Cascate di Molina

Verona con bambini e ragazzi

Aquardens le terme di Verona 

Gardaland 

Riva del Garda con bambini e ragazzi 

Malcesine e il fiume più corto del mondo 

Parco Natura Viva di Bussolengo 

 

 

 

Luisa Roncarolo

E’ più facile dire quello che non sono, piuttosto che quello che sono diventata. Non sono single, non sono trendy e non sarò mai una fashion blogger. Non fotografo tutto quello che mangio e non ho il fisico per i viaggi estremi. Non amo le automobili, preferisco i treni e quando posso vado in bicicletta. La mia famiglia viaggia sempre con me e questo voglio raccontare.

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Luisa Roncarolo

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