Se è vero che la felicità sta nelle piccole cose, con tutta probabilità alberga anche nelle piccole città.
Forti di questo ragionamento, è con gli occhi del viaggiatore incantato che siamo andati alla scoperta di Ripatransone importante cittadina del primo entroterra piceno.
L’occasione è quella da non lasciarsi scappare, una visita guidata organizzata dalla Regione Marche nell’ambito dell’iniziativa dei Photowalk che si svolgono in alcuni selezionati borghi.
Letteralmente passeggiate fotografiche, a cui tutti quelli che dispongono di un account social (Facebook o Instagram) possono partecipare.
E così ci si ritrova ogni anno tra blogger della zona, Yallers marchigiani, ma anche semplici appassionati avidi di conoscenza, a scoprire angoli nascosti dei paesi marchigiani cercando di catturare uno scorcio, un panorama, un oggetto che ci colpisce particolarmente.
Ripatransone ad appena 13 km dalle spiagge di Grottammare, è posta ad un’altitudine di quasi 500 metri sulla cima di un crinale che domina il vasto territorio collinare tra il fiume Tesino a sud e il torrente Menocchia a nord.
I Ripani contemporanei, discendenti dell’uomo neolitico che abitava queste terre molto prima dell’arrivo di Umbri e Piceni ai quali seguì la conquista di Roma, conservano una loro fierezza congenita che li ha portati in anni recenti ad autoproclamarsi, per fini turistici, Belvedere del piceno.
In una domenica qualunque di fine estate, una passeggiata per questo borgo marchigiano ricco di storia e tradizioni, insignito tra l’altro della Bandiera Arancione del Touring Club Italiano, è cosa buona e giusta e riconcilia col mondo e i suoi abitanti.
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Per raggiungere questa meta NoStress consigliamo la panoramica S.P. 23 Cuprense che risale dalla costa e, senza strappi, conduce il turista fin dentro il cuore della città. In dirittura d’arrivo, la strada costeggia l’antica cinta muraria medievale varcando Porta Monte Antico, tutt’oggi l’accesso storico alla città; Porta d’Agello e Porta San Domenico, rappresentano altrettanti varchi nell’antica cerchia muraria.
A Largo Giuseppe Speranza la provinciale prende le sembianze di una circonvallazione che gira tutt’intorno all’abitato. Da qui si stacca Corso Vittorio Emanuele II che procede in salita attraversando l’incasato sull’asse sud-nord fino a raggiungere Piazza XX Settembre nella parte più alta del borgo.
Buon suggerimento è quello di percorrere Corso Vittorio Emanuele II a passo d’uomo perché, oltre agli innumerevoli palazzi nobiliari, lungo questa via sorge la Cattedrale dei Santi Gregorio Magno e Margherita col campanile alto 52 metri, affiancata dall’Episcopio.
Un altro suggerimento prezioso è quello di passare più tempo del dovuto a Piazza XX Settembre puntando innanzitutto lo sguardo sul Palazzo del Podestà risalente al 1304, munito di un ampio porticato a 7 archi e coevo del dirimpettaio Palazzo Municipale più volte rimaneggiato nella sua architettura.
Si dice che le antiche iscrizioni in marmo siano come finestre sul passato: su una parete esterna del Palazzo del Podestà troviamo le lapidi in memoria di Luigi Mercantini ed Emidio Consorti, entrambi ripani illustri.
Con tutta probabilità, l’effigie di Mercantini farà affiorare alla vostra mente ricordi scolastici legati alla fallita spedizione di Carlo Pisacane nel golfo di Policastro… sfoggio di cultura che i vostri figli, nati e cresciuti nell’epoca di Wikipedia, classificheranno come un superfluo e fuori luogo.
Eran trecento, eran giovani e forti,
e sono morti!
Me ne andavo al mattino a spigolare
quando ho visto una barca in mezzo al mare:
era una barca che andava a vapore,
e alzava una bandiera tricolore…
Per la cronaca, Consorti è ricordato come esimio innovatore della pedagogia italiana.
A Luigi Mercantini è intitolato l’ottocentesco Teatro che sullo stesso lato del Palazzo del Podestà, ne completa la struttura.
Tre ordini di palchi, 250 posti a sedere, il Teatro Mercantini è privo di loggione ed è stato ammodernato radicalmente una ventina d’anni fa restituendo alla cittadinanza una struttura idonea a diversi tipi di manifestazioni.
Di fronte all’ingresso del teatro c’è l’Ufficio del Turismo che condivide gli ampi spazi della biblioteca emeroteca e del Museo civico archeologico Cesare Cellini.
Alle spalle di Piazza XX Settembre, l’abitato scollina dolcemente nell’attigua Piazza Donna Bianca De Tharolis.
Dalla forma quasi circolare, come una bomboniera è racchiusa da una schiera di antiche casette a due piani costruite tutt’intorno. Queste che oggi sono delle abitazioni unifamiliari restaurate con garbo, donano un suggestivo effetto scenico arricchito dal pregevole monumento ai Caduti (1931) raffigurante la Vittoria Alata che sorge al centro della piazza.
Ecco, siete arrivati!
Da qui può iniziare il vostro viaggio alla scoperta del borgo.
Tappa obbligata: il vicolo più stretto d’Italia.
Largo solo 43 cm, si trova in Via G. Fedeli è uno di quei posti da visitare almeno una volta nella vita.
Una targa ricorda il Professor Giannetti che ne divenne il paladino fino a farlo assurgere ad una notorietà planetaria.
Nella Cripta di San Giovanni Evangelista in via Ghisleri invece potete visitare la Mostra Permanente di acquerelli di Eugenio Cellini “Viaggi, paesi e paesaggi”.
Imperdibile nel suo pregevole allestimento e per l’infinità di antichi attrezzi del vivere comune, il Museo della Civiltà Contadina e Artigiana.
All’interno delle Ex Cantine Cardarelli sulla Circonvallazione Cuprense, il museo sorge praticamente alle spalle della Cattedrale dei Santi Gregorio Magno e Margherita.
Ora però si è fatta una certa ora e il ghiottone errante prevale sul viaggiatore incantato.
Piatto tipico di Ripatransone è il Ciavarro, gustosa zuppa di legumi tipica dell’inizio della primavera quando si svuotavano le madie, qui chiamate mattere, e le piccole quantità di legumi e cereali avanzate dal lungo inverno non venivano certo buttate via.
Fagioli Cannellini, Fagioli di Spagna, Fagioli Borlotti, Cicerchia, Orzo non perlato, Farro, Mais, Fava e Piselli secchi, Favino, Grano e quant’altro, tutti prodotti con differenti tempi di ammollo e di cottura che venivano lavorati con cura e poi amalgamati e insaporiti con la complicità di un indispensabile soffritto poco light.
Il risultato è una roba da urlo che potete assaggiare tutti i giorni presso il Ristorante Pizzeria Lu Cuccelò in Via Don Augusto Camei, 2 dove Paola Langiotti, cuoca dalle mani d’oro, da oltre trent’anni ammalia clienti con questa ed altre ricette della tradizione tra le quali: Trippa, Fagioli con le cotiche e Fricandò di verdure.
Da non perdere anche il dolce tipico: la crostata di ricotta.
Ma in città abbondano punti di ristoro. Tra questi segnaliamo:
– Bottega del Vino, piccolo bar a vino in Piazza XX Settembre, sotto il loggiato che porta Teatro Mercantini. Il locale brilla per l’offerta di vini del territorio ma anche per un cortiletto che si affaccia sul belvedere. Un aperitivo al tramonto seduti ai tavolini di questo affaccio sull’Infinito leopardiano è un ottimo viatico per la serata.
– Bar Sammagno, storico bar di Piazza XX Settembre, sullo stesso lato della Bottega del Vino. Vero presidio del territorio, anch’esso con cortiletto interno e tavolini nel dehor.
Per i più piccoli a Ripatransone ci sono due parchi giochi, entrambi su punti panoramici che vi riempiranno gli occhi di stupore mentre sorvegliate i vostri figli che giocano: uno su Corso Vittorio Emanuele di fronte alla Chiesa S. Annunziata, l’altro invece si trova sul colle San Nicolò tra Via Augusto Camei e Via Bonaparte.
Subito fuori dal paese c’è invece un piccolo Parco Avventura, il Quercus Park, che però per la sua conformazione tra gli alberi e la difficoltà dei percorsi consiglio ai ragazzini più grandi.
Poi, interessanti per i bimbi anche il Museo della civiltà contadina e il vicolo più stretto d’Italia di cui abbiamo parlato sopra. Piaceranno molto anche a loro queste due attrazioni della città tra oggetti curiosi, trattori, carri e naturalmente tanti giochi da inventare tra i vicoli stretti del borgo.
Senza dimenticare poi le feste e gli eventi dedicati alle famiglie durante tutto l’anno come la versione per bambini del Cavallo Di Fuoco.
Si tratta di una rievocazione storica che si svolge ogni anno a Ripatransone la domenica successiva alla Pasqua con l’accensione dei fuochi d’artificio che sono posizionati sul cavallo. Il tutto accompagnato da festeggiamenti che durano l’intera giornata con una mostra mercato di prodotti tipici, la benedizione del cavallo, la sfilata per le vie della città e stand gastronomici.
Per i bambini la festa è prevista il giorno prima, quindi il sabato.
L’estate 2019 è stata allietata da un evento dedicato alle bolle di sapone, il Bubble Street Festival, poi il Puzzle Gastronomico in agosto, la Festa del Grano, la Festa delle Polenta… insomma a Ripatransone ci si diverte e si mangia anche bene!
Per questa e per tante altre ragioni, dopo una prima visita, Ripatransone diventerà, ne siamo certi, un vostro luogo del cuore.
Provare per credere…
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