Trentino Alto Adige

Lago di Carezza, il lago dell’arcobaleno

Alle pendici del maestoso massiccio del Latemar, il lago di Carezza, luogo iconico sul confine tra il Trentino e l’Alto Adige, in ogni stagione incanta i numerosi visitatori.

Di origine glaciale, con la sua forma perfettamente circolare è uno specchio d’acqua turchese circondato da un fitto bosco di abeti: un’armonica meraviglia della natura che infonde pace all’animo umano.

A pochi chilometri da Bolzano e dalla Val di Fassa, costituisce un vero e proprio idillio alpino da non perdere.

 

Dove si trova

Sorge a 1.534 mt. d’altitudine nei pressi del Passo di Costalunga, confine tra l’altoatesina Val d’Ega e la trentina Val di Fassa.

Bolzano è ad appena 25 Km mentre Vigo di Fassa solo a 13 Km. Il lago si trova lungo la Statale 241 che, larga e ben tenuta, si percorre senza fatica.

Dove parcheggiare

Un grande parcheggio a pagamento (1€ l’ora) è a servizio dei visitatori che, lasciata l’auto raggiungono il lago al quale si accede solo a piedi transitando per un moderno tunnel volto a bypassare la statale senza alcun rischio per i pedoni.

I bus di linea

In ogni periodo dell’anno, i bus dell’altoatesina S.A.D-, in collaborazione con quelli della Trentino Trasporti, più volte al giorno anche nei festivi, collegano Bolzano a Pozza di Fassa facendo fermata anche al lago.

Sono i bus della linea 180 che in 45 minuti vanno dall’Autostazione di Bolzano al Lago di Carezza, continuando la corsa fino a Vigo di Fassa e proseguendo per Pozza di Fassa fino a raggiungere il capolinea di Pera di Fassa.

Nel periodo estivo, per ragioni di intenso traffico in Val di Fassa, a Vigo si prosegue sui mezzi della Trentino Trasporti, ma la destinazione non cambia.

Inoltre è importante sapere che la Trentino Guest Card, la Val di Fassa Guest Card – ma naturalmente anche la Alto Adige Guest Pass – consentono l’accesso gratuito ai mezzi pubblici S.A.D. della linea 180 Bolzano – Pera di Fassa.

Lago di Carezza: consigli per la visita

Il moderno tunnel pedonale che collega il parcheggio alle sponde del lago include nella sua struttura, oltre ai servizi igienici, anche un paio di ottimi localini dove si ha la possibilità di gustare wurstel, polenta e tante altre prelibatezza altoatesine.

Arrivati velocemente al cospetto del lago, si cade preda dell’incanto: infatti sbucando in posizione leggermente sopraelevata, si gode della vista d’insieme dello specchio d’acqua, del bosco di abeti e delle spettacolari guglie di pietra del Latemar.

Una segnaletica multilingue spiega che si è al cospetto di un atollo di pietra originato 240 milioni di anni fa. Gli alti pinnacoli, a quell’epoca erano l’estrema propaggine di massicce scogliere che, col ritirarsi delle acque, hanno imprigionato al loro interno conchiglie, alghe, coralli oltre a numerosi microrganismi.

Un sentiero dotato di staccionata protettiva permette di fare il giro del lago (circa mezz’ora) ma è bene sapere che non ci si può avvicinare più di così alle sue rive.

Il lago non è balneabile.

La Ninfa Ondina

La leggenda racconta che una bellissima Ninfa dalla voce melodiosa fece innamorare con il suo canto lo stregone di Masaré che provò in tutti i modi a conquistarla senza riuscirvi.

La strega Langwerda gli consigliò di travestirsi da commerciante di gioielli e creare un arcobaleno tra il Catinaccio e il Latemar per attirare la Ninfa al lago e rapirla.

Ma lui dimenticò di travestirsi così Ondina spaventata si immerse e sparì per sempre nelle acque del lago, lo stregone con il cuore spezzato strappò l’arcobaleno dal cielo e lo gettò nel lago.

Ecco perchè il lago in lingua ladina viene chiamato Lec de Ergobando (Lago dell’Arcobaleno) e assume quei bellissimi colori.

Altre curiosità

Tra le tante curiosità riportate nella segnaletica a margine del lago, troviamo anche quella per la quale la frastagliata cresta di rocce che costituisce la cima del massiccio del Latemar, per antica tradizione è chiamata la processiòn de le pope.

Effettivamente somigliano a delle bambole che procedono in fila indiana, come in processione.

Inoltre, un vertiginoso ponte tibetano sorge ai margini del parcheggio e inevitabilmente calamita l’attenzione dei più piccoli… fate attenzione.  Rappresenta la via d’accesso ai numerosi sentieri della zona.

 

Passeggiata da Obereggen al Lago di Carezza

Vi segnalo a margine una passeggiata per famiglie con poco dislivello (150 metri circa) che può essere fatta anche con il passeggino o le biciclette.
Si parte dal parcheggio della seggiovia di Obereggen (1550) e si arriva al lago di Carezza in circa 2 ore attraverso i sentieri 9 e 8. Tra andata e ritorno sono circa 15 km quindi tenete conto dell’allenamento dei vostri figli.
Noi non l’abbiamo ancora fatta, quindi non so darvi informazioni precise, ma potete telefonare o recarvi in uno degli uffici turistici della Val D’Ega che trovate qui: Eggental.com/informazioni. 

 

 

 

 

Paolo Merlini

Merlini è uno che entra nelle autostazioni come un pellegrino nella cattedrale di Compostela attendendo la benedizione. Come e meglio di Benigni, potrebbe mandare a memoria tutte le sigle delle aziende di trasporto pubblico, dall’Autostradale alla Zani Viaggi, con gli occhi chiusi e con le mani legate, compresi i relativi indirizzi web

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