Un papà a spasso per l’Italia in tenda da solo con i suoi bimbi

Oggi vi voglio raccontare una bella storia che parla di un’avventura di quelle che si vedono solo nei film, si tratta di un viaggio emozionante che hanno vissuto un papà e i suoi due figli di 6 e 8 anni.

 

Non so se a voi farà lo stesso effetto, ma a me questa cosa di un papà che parte per più di 2 settimane da solo con i suoi bambini in tenda, mi è piaciuta un sacco perchè credo che sia il regalo più bello che un padre possa fare ai propri figli: donargli le sue ferie e trascorrere tempo di qualità con loro facendogli scoprire il Bel Paese.

L’idea mi ha colpito così tanto che gli ho chiesto se potevo raccontarla sul mio blog anche per dare una spintarella agli altri papà… chissà che a qualcuno non venga in mente di copiare la sua idea l’estate prossima.

Ho inviato a Michele delle domande per farmi raccontare la loro esperienza e qui cerco di riassumere le sue risposte, anche se ovviamente il racconto non potrà essere esaustivo, visto che quei tre hanno viaggiato per ben 16 giorni percorrendo più di 4.000 chilometri in auto e dormendo sempre in tenda!

Abbiamo percorso più o meno tutta l’italia, isole escluse. Siamo partiti da Vicenza e abbiamo fatto tappa in Umbria, abbiamo girato la Puglia, siamo stati a Matera, sulla penisola sorrentina e attorno a Napoli, visitando Pompei e Caserta. Poi Roma, la Toscana, la costa ligure di levante, il Piemonte, i laghi lombardi e le montagne dell’Alto Adige. L’idea era di fare un giro abbastanza completo e direi che ci siamo riusciti”

  • Quanto tempo avete dedicato alle città?

Le tappe erano principalmente per dormire, visitavamo i luoghi durante il giorno, mentre ci spostavamo da un posto all’altro. A seconda dei luoghi e di quanto ci piacevano stavamo tanto o poco: dai 20’’ di Pisa alle 6 ore alla Reggia di Caserta. Ci siamo fermati solo due notti nello stesso campeggio: a Roma ed a Prato Allo Stelvio (un luogo a cui sono affezionato, avendoci passato le vacanze quasi ogni estate per vent’anni).
Abbiamo visitato le città, visto i musei, assaggiato i cibi di strada. Nessuna attività specifica e niente di prenotato.
Dovendo fare un viaggio così lungo da solo con due bimbi ed essendo anche il primo viaggio di questo tipo con loro, ho deciso di rendere le cose più facili dal punto di vista del cibo. Niente equipaggiamento, mangiavamo al ristorante la sera e panini o cibo di strada a pranzo.”

  • I bimbi si sono adattati bene alla vita del campeggio?

“Direi che non hanno avuto alcun problema  con il campeggio. Aiutavano a montare/smontare la tenda, andavamo in piscina, esploravano le zone comuni alla ricerca dei parco giochi e dei luoghi più nascosti. Abbiamo dormito sempre in campeggio, anche se ormai non hanno più l’accezione di una volta: quelli moderni sono luoghi stanziali, in cui si sta a lungo ed in cui i servizi e l’animazione costano e valgono ormai più della sistemazione. In realtà non sono quasi neanche più campeggi, le tende si contano sulle dita di una mano, si tratta principalmente di camper, roulotte fisse e bungalow. Alcuni erano decisamente datati e non avranno ancora lunga vita, i pochi belli sono in effetti costosi, quasi ai livelli di un appartamento su Airbnb. Le nuove strutture erano principalmente parcheggi per camper, che accettavano, a volte sbarrando gli occhi, le canadesi. Una piacevole sorpresa sono stati gli agri-campeggi: agriturismi che riservano dello spazio per camper e tende. Spesso in posti molto belli, fuori dalla città, ad un prezzo competitivo e con la possibilità di mangiare in agriturismo, il vero punto di forza.”

  • Quanto è costato in totale questo viaggio?

Non poco, in effetti pensavo qualcosa in meno. Abbiamo speso circa 2000 euro, di cui grossomodo 650 in trasporti, 550 in campeggi, 250 in musei.”

  • Cosa avevate portato con voi di particolare?

Come per il resto del viaggio non mi sono fatto troppi problemi, qualsiasi cosa ci mancasse dopotutto era recuperabile. Avevamo però due quaderni rilegati, uno per bimbo, in cui scrivere e disegnare le cose che vedevamo.”

  • Il ricordo più emozionante di questo viaggio?

“La salita alla cupola di San Pietro, con le scale inclinate ed il conto degli scalini alla rovescia: follia!”

  • Il luogo che avete amato di più?

Probabilmente Torino. Era una delle tappe su cui i bimbi puntavano di più, per via del Museo Egizio, che ha mantenuto le aspettative: un museo moderno, molto bello e gestito benissimo. Io c’ero già stato, giusto 10 e 20 anni fa: tre esperienze sempre diverse, ogni volta meglio della precedente (cosa che tristemente non posso dire invece di altri musei italiani). Sempre a Torino ci sono piaciuti molto anche il Museo del Cinema e quello dell’Automobile. Un tris di musei invidiabile.”

  • Le difficoltà maggiori e gli imprevisti?

“Imprevisti in realtà non ne abbiamo avuti. Piccole cose, un palo della tenda un po’ rotto ed una botta al retro dell’auto… ma niente di grave.

Le principali difficoltà non sono legate ai bimbi:

1) il caldo. Abbiamo viaggiato d’estate e nelle due settimane più calde dell’anno, una delle quali sempre a temperature attorno ai 38 gradi e livelli di umidità altissimi. Un altro problema era l’affollamento spropositato di alcuni luoghi, peraltro quasi tutti “marini”, che quindi abbiamo evitato. In alcuni torneremo, come a Roma dove la visita ai Fori Romani ed al Colosseo era improponibile per la lunghezza delle file, completamente sotto il sole.

2) i pagamenti: parcheggi, musei, campeggi o ristoranti spesso non accettano altro che contanti.
In particolare i parcheggi: viaggiando si parcheggia molto e non si può andare in giro con decine di euro in moneta. Un parcheggio che non si può pagare significa un posto in meno da visitare, spero che gli amministratori se ne rendano presto conto.

3) i luoghi che purtroppo abbiamo saltato a causa delle chiusure settimanali: le necropoli etrusche di Tarquinia e Cerveteri ed il museo dell’uomo di Similaun a Bolzano. È un peccato, per un paese che vive di turismo la chiusura a turno di molti luoghi, ma evidentemente le assunzioni stagionali a copertura di tali aperture sono ancora un problema insormontabile in italia, specie nell’ambito pubblico.”

  • Raccontaci una situazione buffa.

“La reggia di Caserta era stata ribattezzata Naboo, per via delle scene lì girate negli episodi I e II della saga di Star Wars. Siamo appassionati di Star Wars in famiglia ed oltre ai film abbiamo giocato anche a diversi videogiochi, tra cui uno “sparatutto” chiamato Battlefront che ha, tra le varie mappe, una ambientata proprio nel palazzo di Naboo, esattamente uguale alla scalinata ed al salone soprastante. La somiglianza è incredibile e ad un certo punto il figlio più grande ha esclamato: io una volta ho sparato ad un droide su questa colonna!”

  • C’è stato un momento in cui hai pensato ma chi me l’ha fatto fare?

“Sì, un paio di volte, ma non è mai stato dovuto al viaggiare coi bimbi o senza altri adulti, quanto al caldo ed alla gente. Una prima volta in Puglia quando non riuscivamo a trovare un posto per fare un breve bagno al mare tanto era affollato. Ed una seconda in Toscana a Lucca, quando siamo stati in un McDonald per un paio d’ore per sfuggire ad un caldo veramente insopportabile.”

  • Cosa consiglieresti a chi vuole provare un’esperienza simile con i propri figli?

Di non preoccuparsi troppo e partire. Come genitori ci facciamo spesso troppi problemi: cosa mangeranno i bimbi, dove ci fermeremo, cosa faremo. Noi avevamo solo piani di massima, per il resto ci siamo adattati.
A 6 e 8 anni non c’è niente a cui i bimbi non possano adattarsi, quindi ogni preoccupazione è spesso eccessiva.”

  • Lo rifaresti?

“Viaggerei ancora in tenda con loro? Sicuramente sì. Un viaggio così lungo? Sì.
Probabilmente non rifarei questo ma semplicemente perché l’abbiamo già fatto. Ne faremo altri. In tenda o altro, ma sicuramente lo faremo. In passato ho avuto delle discussioni riguardo al viaggiare coi bimbi, ma non sono mai stato contrario, volevo solo avessero l’età giusta per goderselo al meglio e ricordarlo. Ora ce l’hanno e lo stiamo facendo.”

  • C’è qualcosa che vuoi aggiungere?

“Viaggiare è una delle cose per cui valga più la pena spendere, perché crea esperienze che si portano dietro per sempre. I miei mi hanno portato in giro tra città, musei, o in montagna, e questa passione me la porto dietro tutt’ora. Viaggio spesso anche da solo e viaggiare coi bimbi non è molto più difficile.
Il mio suggerimento è di partire, visitare le città, entrare nei musei, viaggiare anche all’estero, far scoprire ai nostri bimbi cosa c’è la fuori e da dove veniamo perché se lo ricorderanno per sempre che è il mondo la loro casa, la casa di tutti noi.”

Grazie MICHELE PEGORARO non potevi concludere meglio di così il racconto della tua esperienza, è proprio vero… il mondo è la casa di tutti noi!

Tutte le foto sono di proprietà di Michele Pegoraro e non possono essere utilizzate in nessun modo.
Se volete vedere le altre bellissime foto di questo viaggio potete seguire il suo profilo Instagram 

 

Luisa Roncarolo

E’ più facile dire quello che non sono, piuttosto che quello che sono diventata. Non sono single, non sono trendy e non sarò mai una fashion blogger. Non fotografo tutto quello che mangio e non ho il fisico per i viaggi estremi. Non amo le automobili, preferisco i treni e quando posso vado in bicicletta. La mia famiglia viaggia sempre con me e questo voglio raccontare.

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