Napoli

Il Planetario 3D, Città della Scienza di Napoli e Corporea

In uno degli ultimi articoli, abbiamo visto quanto è bello girare Napoli in autobus per ammirare l’arte e le splendide vedute del Golfo, fare una passeggiata sul lungomare e tra i vicoli più caratteristici, assaggiare le sfogliatelle, la pizza e tanto altro. Tutto bello, tutto interessante, tutto divertente… per noi!

Ma cosa c’è da fare a Napoli con i bambini?

Intendo di specifico, pensato e organizzato proprio per loro, qualcosa che valga la pena di organizzare un viaggio in una città, non sempre comoda da girare con la famiglia.

La risposta è nel titolo: Città della Scienza di Napoli e Corporea.
Ora mettetevi comodi che vi racconto la nostra esperienza in questo posto che non è un museo, nel senso stretto del termine, ma uno Science Centre, di quelli che se ne trovano in tutto il mondo e ai quali quello di Napoli, almeno internamente, non ha niente da invidiare.
L’idea che sta alla base dei musei scientifici è che il bambino possa apprendere divertendosi, diventando parte attiva e non passiva durante la visita. Le parole chiave sono interattività e sperimentazione diretta.

Forse non tutti sanno che la Città della Scienza di Napoli ha subito un gravissimo incendio doloso nel marzo del 2013 che lo ha praticamente distrutto. La buona notizia è che è stato ricostruito.

Solo una parte della vecchia costruzione è stata restaurata e collegata con uno scenografico ponte al nuovo allestimento che comprende una palazzina con la mostra interattiva Corporea, il nuovissimo Planetario in 3D , la caffetteria con tavolini anche all’esterno e un giardino con il gioco degli scacchi. Nel dépliant c’è anche Gnam il villaggio della Dieta Mediterranea e della biodiversità ma quando siamo andati noi era chiuso.

Nella parte originaria che è stata restaurata invece ci sono la Mostra permanente dedicata al mare, la Casa degli insetti, l’Officina dei piccoli e il Teatro Galilei 104. Ho evidenziato in grassetto quelle che secondo me sono le cose più interessanti anche se in una giornata si riesce a fare tutto.

Il nuovo Planetario in 3D

Il nuovissimo Planetario in 3D della Città della Scienza di Napoli è stato molto pubblicizzato sui social ed eravamo curiosi di assistere a questa proiezione che avevamo prenotato per tempo acquistando i biglietti on-line.
Una parola sola: bello!

Davvero, lo spettacolo del Planetario ci è piaciuto tanto a tutti e quattro. Avevo paura che fosse noioso per il piccoletto di 8 anni, invece il video non lo è assolutamente perché è stato realizzato con un linguaggio semplice che riesce a coinvolgere anche i bambini più piccoli.

Non vi aspettate le solite nozioni sulle stelle e i pianeti che vengono proiettate negli altri planetari; ma un vero e proprio viaggio avvincente nello spazio, ripercorrendo le tappe delle esplorazioni dell’uomo e svelando anche quelle che sono le ultime scoperte, assolutamente sconosciute ai più.

Si parla anche della temperatura dei vari pianeti, della possibilità di viverci, di robot e di sonde, di missioni spaziali, di asteroidi e tanto altro. Dura 30 minuti ed è su prenotazione ad orari stabiliti che trovate sul sito di Città della Scienza. 

Purtroppo non ho foto della proiezione da farvi vedere perché è vietato scattarle durante il video e poi non si sarebbe visto nulla al buio, questa volta vi dovete fidare.

I cellulari devono essere spenti durante gli spettacoli, non si possono portare animali e non si può mangiare nel Planetario.

Orari: 10.15; 11; 11.45; 12.30; 13.15; 14; 15.15; 16.

Corporea: il museo interattivo del corpo umano

Raccontare i 5.000 mq di Corporea in poche righe è molto difficile e poi non riesco a ricordarmi tutto quello che c’è da fare e da vedere, visto che ci sono tre interi piani dedicati ad esperimenti e giochi alla scoperta delle meraviglie del corpo umano.

Un viaggio affascinante attraverso il sistema cardiocircolatorio in una cabina buia seduti come se si stesse guidando un’automobile su pista, la pedalata in bicicletta attraverso un paesaggio surreale per vedere come aumentano il battito del cuore e la respirazione, le emozioni che passano attraverso le nostre mani, raccogliere i dati relativi alle caratteristiche del proprio corpo in una bolla per confrontarli con quelli degli altri visitatori e poi tante sfide con se stessi di memoria, di intuizione e di abilità anche fisica.

La più simpatica è scoprire che uno scimpanzé ha più memoria di noi!

Questi sono solo alcuni dei giochi che ci sono piaciuti di più, ma sono solo un estratto di quello che i bambini possono sperimentare divertendosi. Inoltre sono previste molti laboratori e attività assistite dai ragazzi di Città della Scienza ad orari stabiliti, potete ritirare il programma all’ingresso.

Mostra del mare, Officina dei Piccoli e Casa degli insetti

Questa parte di Città della Scienza è sicuramente meno emozionante, ma comunque consigliata perché meno impegnativa e più adatta ai bambini più piccoli.

Dopo aver fatto il ponte scendete alla vostra sinistra ed entrate subito nella bocca del pescecane per visitare la mostra permanente dedicata al mare, qui molto carini sono i laboratori, noi abbiamo partecipato ad un’attività per vedere alcuni pesci e stelle marine da vicino mettendo anche le manine nella vasca sotto la supervisione dell’operatrice.

L’Officina dei Piccoli contiene uno spazio colorato per giocare senza scarpe riservato ai bimbi dai 3 ai 6 anni e poi alcune attività per tutte le età come sedersi uno di fronte all’altro e vedere il viso dell’altro sovrapposto al proprio, gli specchi magici, pannelli sui treni e tanti effetti ottici.  Qui c’è un altro bar, un piccolo spazio esterno e un negozio con giochi educativi e curiosità tecnologiche.

Come arrivare a Città della Scienza di Napoli e Corporea

Ci troviamo a Bagnoli, un’ex zona industriale recuperata. Paesaggisticamente i dintorni non sono il massimo questo bisogna dirlo, ma credo che lo sforzo di dare nuova vita ad un’area in totale stato di abbandono e deterioramento in una città come Napoli, sia da premiare.

Dalla stazione centrale di Napoli si prende la metropolitana M2 in direzione Pozzuoli fino alla fermata Campi Flegrei, una volta usciti dalla stazione bisogna attraversare tutta la piazza e raggiungere la fermata dell’autobus che si trova sulla sinistra, un po’ più avanti, proprio dove c’è il bar Bellone. Non è facilissima da vedere, vi consiglio di chiedere  come abbiamo fatto noi per non sbagliare.

Alla fermata potete prendere gli autobus R7, C1 oppure la nuova linea 507 che però c’è solo nei giorni festivi. Piccola nota a margine: questi bus dovrebbero esserci ogni 15 minuti, in realtà all’uscita da Città della Scienza abbiamo aspettato quasi un’ora in piedi alla fermata con tante altre famiglie rimaste in attesa come noi, non si sa per quale motivo.

Alla fine abbiamo fermato un taxi che ci ha portato alla stazione della metro di Campi Flegrei che non è molto lontana.  Non so se è una cosa che capiti spesso o se sia stato un caso sporadico ma da quello che ho visto in generale i mezzi pubblici non sono ben tenuti né ben organizzati.

Quanto costano Città della Scienza e Corporea

È consigliabile prenotare il Planetario in 3D online per tempo perché i posti sono limitati. Potete fare un biglietto combinato scontato per Corporea e Planetario, sono poi incluse le attività dell’area più vecchia (Officina dei piccoli, Mostra sul mare, Casa degli insetti). Questo biglietto permette di saltare la fila alla biglietteria ma ha un piccolo costo di prevendita.

Il biglietto ridotto per i bambini per il Planetario + lo Science Centre (compresa Corporea) costa euro 11.50 mentre per gli adulti costa in totale euro 14.50.

Qui sotto il video della nostra visita a Corporea, venite a vedere cosa c’è da fare:

 

Luisa Roncarolo

E’ più facile dire quello che non sono, piuttosto che quello che sono diventata. Non sono single, non sono trendy e non sarò mai una fashion blogger. Non fotografo tutto quello che mangio e non ho il fisico per i viaggi estremi. Non amo le automobili, preferisco i treni e quando posso vado in bicicletta. La mia famiglia viaggia sempre con me e questo voglio raccontare.

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Luisa Roncarolo

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