L’invito è di quelli ai quali non puoi dire di no: l’anteprima del nuovissimo libro “Best in Travel 2018” della Lonely Planet, seguito da un misterioso viaggio per una destinazione volutamente tenuta nascosta… who can ask for anything more?
Curioso come un gatto, faccio quattro passi sulla terrazza del Gianicolo, uno dei luoghi più panoramici della città eterna, ingannando l’attesa prima di entrare all’Accademia Americana di Roma, elegante palazzo capitolino dove si svolgerà l’evento.
È possibile pensare ad un posto più azzeccato di questo per presentare ad una platea di addetti ai lavori una guida col meglio dei consigli di viaggio per il 2018 secondo Lonely Planet? Certo che no!
Un brindisi di benvenuto con dell’ottimo vino sloveno ed iniziamo così, senza formalismi, in amicizia, perché in fondo siamo tutti convenuti lì per una sola ragione: siamo tuti viaggiatori accaniti, ma che dico accaniti, fanatici… ecco, siamo veri e propri fanatici del viaggio, sempre pronti a partire per esplorare ogni angolo del globo terraqueo.
Si, perché già solo sfogliando velocemente il “Best in Travel 2018” della Lonely Planet, mi accorgo che questa “non-guida” è tagliata su misura per tutti quelli irrimediabilmente affetti dal morbo che Baudelaire chiamava “Horreur du domicile“.
Il libro, articolato come un vero e proprio prontuario per giramondo, suggerisce 10 Paesi, 10 Regioni, 10 Città, tutte mete da non perdere, destinate a diventare le più popolari del 2018… e tu allora, da bravo lettore/viaggiatore, ti farai bastare questi suggerimenti per tutti i viaggi che inevitabilmente farai l’anno che sta arrivando.
Si va dal Cile alla Corea del Sud al Portogallo, passando per Belfast e la Causeway Coast dell’Irlanda del Nord, all’Alaska e alle Alpi Giulie slovene, toccando anche Siviglia, Detroit e Camberra…
Ma ancora non mi sono spiegato bene.
Descritto così, questo Best in Travel 2018, rischia di somigliare ad uno strano, per quanto godibile, zibaldone di luoghi, qualcosa che somiglia ad un atlante dei desideri da troppo tempo sepolti nel cassetto… e invece no.
Visto da vicino, Best in Travel 2018 è piuttosto un invito ad allineare i nostri sogni in fila indiana e poi a stiparli in un bagaglio a mano pronti ad iniziare il giro del mondo alla scoperta di 30 paesi, regioni e città, dove sentirti come a casa.
Troppo entusiasmo? Mica vero, leggendo attentamente le pagine di questo libro delle meraviglie, anche trascurando il bellissimo apparato fotografico del quale non parlerò, più volte mi sono trovato a viaggiare col pensiero esplorando una latitudine qualsiasi del globo.
Il grande pregio di questo libro, sapiente mix di informazioni, consigli utili e suggestioni, è che si legge un po’ come un abbecedario alla portata di tutti, ma anche come la summa di tutte le guide del mondo in poche pagine.
Un esempio: prendiamo il paragrafo “Esperienze imperdibili” delle pagine dedicate a Malta “Un pastizz (sfoglia calda farcita con ricotta o purè di piselli) appena sfornato al Crystal Palace a Rabat. Questa panetteria prepara la versione migliore di questo snack, come si intuisce dalla lunga fila di gente del posto“… Pastizzi di grande qualità, io già ne sento l’odore… bastano queste poche righe per intraprendere un viaggio che dalle specialità della cucina maltese, ci porta a fare un tuffo nella splendida Blue Lagoon “baia con acque azzurre su fondale di sabbia bianca”…
Per chi scrive, il “Best in Travel 2018” della Lonely Planet è un esperimento ben riuscito, un libro da leggere come se fosse un travel book di autori vari. Un libro “sui” viaggi che piacerà anche a coloro, e sono tanti, abituati a viaggiare con la fantasia, come Francois Xavier de Mestre tra le pareti della propria camera.
Mi attardo prendendo questi appunti mentre i miei colleghi sono passati già al ricco buffet offerto da alcune delle destinazioni suggerite dal libro. Si va dai latticini materani al vino andaluso alle birre fiamminghe, senza dimenticare le cascate di jamon iberico che, guarda tante le volte il caso, si sposa magnificamente al pane di Matera… Questo è quello che si dice melting pot… non è vero, ma a tavola la contaminazione tra i generi è d’obbligo, sempre!
Ma non finisce qui… intorno alle 20, gli uomini della Lonely Planet, con fare cospiratorio ci comunicano che la partenza è fissata di lì a un’ora.
Si, ma partiamo per andare dove? Detroit, San Jan di Porto Rico, Kaohsiung (Taiwan) e Guanajuato (Messico) le escludo a priori. Siviglia, Amburgo, Anversa e Oslo, mi sa che nelle 48 ore che abbiamo messo a monte, non ci stanno… qualcosa mi dice che andremo a Matera. BINGO!
Matera, Capitale Europea della Cultura 2019, è una giustamente delle 10 città top del “Best in Travel 2018″ della Lonely Planet, ma non c’è tempo da perdere, un pulmino ci aspetta. Partiamo alle 21 con davanti almeno 5 ore on the road fino alla città dei sassi dove l’arrivo è stimato per l’ora della Tigre (alle 3 di mattina). Accetto la sfida e salgo a bordo felice come un vagabondo del Dharma: Kerouac docet.
Avete mai attraversato mezza Italia meridionale di notte? Seduto accanto al finestrino mi godo la lunga sequenza di paesaggi che, illuminati dal chiaro di luna, non posso che definire poetici. Attratto da tanta bellezza, non chiudo occhio come se stessi viaggiando su un’astronave che, un po’ prima dell’aurora atterra sul pianeta Matera.
Io qui torno sempre con piacere. Questa città mondo mi affascina perché è sempre pronta a raccontare, al turista ammaliato dalla sua bellezza, la storia che sta dietro le cose che gli si parano di fronte. Il Sasso Caveoso e il Sasso Baresano, labirinto di case ricavate nelle grotte e poi l’enorme gravina col torrente omonimo sul versante destro del quale si è sviluppata la città con l’altopiano della Murgia di fronte ma anche la maestosità della Civita medievale dominata dalla piazza della cattedrale e le case “palazziate” di epoca rinascimentale. Qui la presenza umana è attestata già da epoche antichissime, da epoche preistoriche. I ritrovamenti più antichi risalgono addirittura al neolitico, si parla di circa 7.000 anni prima di Cristo, quando l’uomo ormai diventato coltivatore e allevatore si organizzò in veri e propri villaggi. Intorno all’età del bronzo l’uomo lascia i villaggi trincerati dell’altopiano, attraversa la gravina ed inizia a vivere nelle grotte.
Si, si la faccio finita e prima di trasformarmi in Alberto Angela vi dirò che Matera Capitale Europea della Cultura 2019 ha in serbo per tutti noi una marea di eventi e che io già programmo di tornare per godermeli… ma è già l’ora di pranzo.
Che si mangia a Matera? Beh, sulla tavola materana non può mancare la “cialledda”, un complesso di ingredienti poveri frutto di un sapiente assemblaggio, un gustoso assaggio di cultura rurale assurto a vero e proprio l’emblema della città.
Bastano un paio di pomodori grandi e maturi, una spolverata abbondante di origano secco, mezza cipolla rossa, una manciata di olive nere, basilico in foglie, olio extra vergine di oliva e un pizzico di sale… manca niente? Certo, il pane di Matera raffermo, quello avanzato che sta lì nella credenza e non sai che farci. Lo tagli a pezzi e lo metti a mollo in acqua fredda per farlo ammorbidire, tagli a spicchi i pomodori… Sali, condisci con l’olio, poi strizzi il pane e amalgami il tutto aggiungendo olive e cipolle (facoltative).
In ogni mio soggiorno materano, non può mancare almeno una tappa in un forno. Avete presente quei panifici che già a centinaia di metri di distanza già senti l’odore di buono che ti chiama a se come il canto delle sirene?
Ecco, per me anche il Pane di Matera è cultura e ne ho avuto un’ulteriore riprova visitando, grazie agli amici di Matera2019, il Panificio Perrone, più conosciuto come il Forno di Gennaro dove Patrizia Perrone, figlia di Gennaro ed esponente della quarta generazione di panificatori porta avanti l’arte del pane di Matera con la maestria e la sapienza sua e dei suoi collaboratori storici. Ogni giorno, oltre al pane, qui si sfornano le cancelle, le friselle e altre specialità che non vi dirò per non privarvi del piacere della scoperta (ecco che riaffiora il Alberto Angela che è in me).
Concludendo un prezioso suggerimento: la città è così bella e così ricca di eventi e tradizioni che non si presta ad un turismo mordi e fuggi. Quando andrete a Matera mettete a monte almeno 2/3 giorni… e poi, fatemi sapere!
Se state progettando una visita a Matera potete leggere l’articolo che hanno scritto per noi gli amici dei Piccoli Turisti: Matera con i bambini? Assolutamente si!
Fino al 25 novembre 2017 potete anche scaricare gratuitamente la guida LonelyPlanet su Matera in PDF a questo link. Basta inserire la propria email.
Se invece vi va di sognare un po’ come ho fatto io leggendo la guida Best In Travel 2018, cliccate sull’immagine qui sotto per saperne di più. Se volete acquistarla, sbrigatevi perchè solo fino al 10 dicembre c’è lo sconto del 15% allo shop diretto: